Aspetti relativi alla Green Economy
Il presente articolo ha l’obiettivo di descrivere la definizione, la storia ed alcuni tra i tanti aspetti positivi della Green Economy, tema di forte attualità anche a causa dei forti cambiamenti climatici rilevati, in particolare, in questo decennio. Tale modello si propone anche di fare da traino ad un rilancio generalizzato dell’economia globale.
Definizione di Green Economy
Per Green Economy si intende un modello economico che prevede una maggiore attenzione dell’uomo, delle imprese e delle Istituzioni sugli aspetti riguardanti la tutela dell’ambiente, che diventa un vero e proprio fattore essenziale per la crescita e lo sviluppo di un’area geografica. Dopo aver acquisito la consapevolezza che l’ecologia è destinata ad essere sempre più salvaguardata per ridurre gli impatti su di essa causati dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento, è stato necessario pensare ad un tipo di economia che mirasse, nello specifico, anche a come avere una maggiore cura di ciò che circonda l’uomo, oltre alle questioni riguardanti la produzione e il profitto. E per far fronte a questa necessità, è nata e si sta sviluppando la Green Economy.
Storia della Green Economy
Nel 1911 Frederick Soddy, nel suo libro intitolato “Matter and Energy”, in contrasto con l’economia neoclassica, spiega la dipendenza di natura politico-economica dai fondamenti della termodinamica, ma in campo economico, solo nel 1971 con Nicholas Georgescu-Roegen (nel suo libro “The Entropy Law and The Economic Process”) e soprattutto nel 1973 con Herman Daly (stando a quanto scritto nel suo libro “Toward a Steady State Economy”), che introduce nel pensiero economico le scienze ecologiche e il fondamento operativo del concetto di sostenibilità. Reiner Kümmel, nel 2000, chiarisce scientificamente il modello di crescita economica proposto teoricamente da Robert Solow, evidenziando l’importanza dell’energia (nel progresso tecnico) rispetto alla marginalità degli input di capitale e lavoro. L’aumento di efficienza termodinamica diventa più evidente nella microeconomia d’impresa con l’incremento dei margini di profitto. Inoltre, il lavoro utile generato da energia e materie prime fa in modo che possa aumentare, contestualmente, la produttività a maggiore beneficio delle società industriali; nasce così il Modello di Ayres-Warr (“The Economic Growth Engine: How Energy and Work Drive Material Prosperity”) nel 2009. Jeremy Rifkin, invece, teorizza una rivoluzionaria economia verde e digitale. Questo tipo di modello, tuttavia, nasce ed inizia a svilupparsi anche grazie alla stesura del Rapporto Stern nel 2006, che propone un’analisi economica di valutazione dell’impatto ambientale e macroeconomico dei recenti cambiamenti climatici, denunciandone il peso negativo sul PIL mondiale. Ad esso, si associano le crescenti preoccupazioni per l’esaurimento dei combustibili fossili col raggiungimento del cosiddetto “picco del petrolio” ed il prezzo del greggio che supera nel luglio 2008 i 147 $ al barile e l’aggravarsi, quindi, del problema energetico globale. A pesare ulteriormente sul precario quadro ambientale, sono anche le analisi sullo sfruttamento delle risorse rinnovabili del pianeta, che, negli ultimi anni, propongono un consumo annuo mondiale superiore alle capacità del pianeta stesso di rinnovarsi intaccando inevitabilmente le scorte disponibili. Nel 2009, l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, propone una serie di misure economiche ed imprenditoriali pubbliche e private per dare un netto impulso allo sviluppo della economia verde, come misura per rilanciare l’economia americana in profonda recessione, come del resto la gran parte di quella globale. L’economia verde si caratterizza sin dall’inizio come un nuovo modello di sviluppo che contrasta il modello economico “nero” basato sui combustibili fossili (come carbone, petrolio e gas naturale), servendosi della conoscenza delle varie economie ecologiche volte ad affrontare il problema dell’interdipendenza tra l’economia umana e l’ecosistema naturale, prendendo subito in considerazione l’effetto avverso dell’attività economica sul cambiamento climatico e il recente riscaldamento globale. Nel mezzo della crisi economica globale iniziata nel 2008, dall’aumento dei prezzi del petrolio che ha generato anche un incremento dei prezzi di molti generi alimentari, e il taglio dei consumi voluttuari, con la conseguente recessione economica (causata anche dalla crisi dei mutui sub-prime negli Stati Uniti d’America), l’organizzazione UNEP (riferita al Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) chiese un accordo globale verde (“Global Green Deal”), che avrebbe incoraggiato i governi a sostenere la graduale trasformazione verso un’economia più verde, ossia ecologica (UNEP, 22 ottobre del 2008).
Vantaggi della Green Economy
Uno tra i punti di forza legati a tale tipo di economia è la possibilità di creare nuova occupazione e, in particolare, di moltiplicare, a parità di investimento, i posti di lavoro rispetto all’economia tradizionale. Nel rapporto “The Economic Benefits of Investing in Clean Energy” si è calcolato che negli U.S.A. un milione di dollari investiti nel comparto delle energie pulite genera 16 posti di lavoro, il triplo rispetto a un analogo investimento nel campo dei combustibili fossili. Mentre nel rapporto del WWF denominato “Lavori low carbon per l’Europa”, è stato stimato che la Green Economy avrebbe potuto portare 2,5 milioni di posti di lavoro all’Europa entro il 2020. In Italia, le detrazioni fiscali del 55% si possono considerare come una tipica misura da “Green New Deal”. La riqualificazione energetica degli edifici rappresenta uno strumento che con costi limitati per lo Stato, grazie all’incremento del gettito fiscale legato all’emergere del sommerso, dovrebbe contribuire a dare un nuovo impulso all’economia nostrana, generando posti di lavoro e riducendo importazioni energetiche. Altri due punti di forza di questo modello sono forniti dal passaggio sempre più imminente ad un’economia a basso contenuto di carbonio e dal fatto che l’attuale scenario di crisi sta rendendo sempre più attenti i vari governi sulla tematica dell’energia verde, vista anche come un possibile contrasto ai cambiamenti climatici ed all’inquinamento. Ad esempio, già il fatto che la plastica monouso dall’anno in corso sarà bandita grazie alla Direttiva U.E. 2019/904, è un primo importante passo verso la svolta green. La Direttiva menzionata impone anche il riciclo di almeno il 77% delle bottiglie in plastica nel 2025 e del 90% nel 2029.
A CURA DEL DOTT. LORENZO COLICCHIO PER COMMERCIALISTA-CONSULENTE.IT
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