L’impresa è un sistema innanzitutto socio-tecnico, tutte le aziende sono composte da i tre seguenti elementi: beni, persone e operazioni. L’elemento “persone” è composto da tutti i soggetti impegnati nell’impresa a vario titolo e che contribuiscono a realizzare gli obiettivi aziendali.
“Scopo dell’impresa, infatti, non è semplicemente la produzione del profitto, bensì l’esistenza dell’impresa come comunità di uomini che, in modi diversi, perseguono il soddisfacimento dei loro bisogni fondamentali e costituiscono un particolare gruppo al servizio dell’intera società. Il profitto è un regolatore della vita dell’azienda, ma non è l’unico; a esso va aggiunta la considerazione di altri fattori umani e morali che, sul lungo periodo sono almeno altrettanto essenziali per a vita dell’impresa”
Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n.35.
E’ ormai indiscutibile l’importanza e la centralità del ruolo delle Risorse Umane e delle Relazioni Umane -HR- all’interno delle organizzazioni aziendali; tutte le aziende di successo hanno infatti ben compreso che occuparsi del benessere delle proprie risorse umane e migliorare la loro soddisfazione, genera un importante vantaggio competitivo e migliori performance aziendali.
La sensibilità del lavoratore al Welfare Aziendale è davvero significativa molto più di quanto si pensi, diversi studi hanno dimostrato che il dipendente lavoratore a fronte di un costo aziendale per il welfare pari a 100 associa un beneficio, un valore pari a 170; in misura di gran lunga superiore al costo effettivamente sostenuto dall’azienda. Tale informazione spinge ad una profonda riflessione in merito ai benefici del Welfare Aziendale ma c’è ancora molo altro da scoprire.
Indagini UILCOM (e non solo) dimostrano, dati alla mano, che un buon piano di welfare è in grado di migliorare notevolmente le performance lavorative, ad esempio si è osservato la capacità di ridurre significativamente i tassi di assenteismo. Il Welfare aziendale è una questione -ora più che mai- attuale, purtroppo erroneamente sottovalutata e in molte realtà addirittura ancora sconosciuta; per nulla presa in considerazione.
Ulteriore beneficio apportato dal Welfare aziendale è la forte presenza di senso di appartenenza, un notevole senso di identificazione con l’azienda con risolvi molto positivi anche sugli indicatori di performance.
Da prendere in considerazione è certamente la capacità del Welfare Aziendale di apportare notevoli benefici in termini reputazionali dell’azienda sul mercato e in generale nel contesto sociale in cui opera.
Si andrà ad agire così sui principali elementi di riconoscimento economico al lavoratore che sono:
1) Retribuzione base: salario e stipendio
2) Incentivi individuali e di gruppo (di breve e di lungo termine): bonus, stock option; retribuzione variabile; profit sharing, signing bonus, referral bonus
3) Benefit: Assicurazione medica, dentistica, vita, ferie extra, congedi retribuiti, sostegno all’istruzione, assistenza familiari inabili.
4) Benefit di fine rapporto: Programmi di pensione integrativa, piani di prepensionamento, programmi di outplacement, etc.
5) Riconoscimenti personali: Parcheggio riservato, citazioni sulla rivista aziendale, cene informali, iscrizione circoli sportivi, premiazioni, etc.
6) Riconoscimenti non monetari: Personalizzazione delle mansioni, formazione, orari flessibili, job sharing, settimana ultracorta, tele lavoro, etc.
Agire su tali riconoscimenti attraverso seri e strutturati piani di welfare aziendale, insieme a una leadership adeguata con una chiara visione strategica ed un forte volontà di creare una vera cultura aziendale, porterà a risultati di sicuro successo.
Il Piano di Welfare Aziendale
Solo partendo dall’analisi di determinati indicatori aziendali sarà possibile strutturare un valido sistema premiante equo per tutti e coerente e integrato con le strategie aziendali, previsti nei Piani Aziendali (Business Plan – Piani di Marketing).
E’ noto a tutti che le Aziende “Etiche e Sostenibili” saranno le aziende “premiate” dal mercato e dai sistemi governativi e non si può parlare di impresa etica e sostenibile se non si parte da un approccio di welfare aziendale a beneficio proprio delle risorse interne (i propri lavoratori).
Sarà il welfare stesso a pervadere ogni aspetto relazionale aziendale e quindi l’intero “ecosistema aziendale” perché l’azienda è un insieme di rapporti giuridici, e un’insieme ordinato e coordinato di elementi in relazione e interrelazione gli uni con gli altri.
La vera finalità aziendale, quella in grado di garantire l’esistenza nel lungo termine di un’impresa è data proprio dalla funzione sociale che essa svolge ovvero il soddisfacimento dei bisogni umani.
Un’azienda che non garantisce il benessere delle proprie risorse umane non potrà mai essere etica.
Implementare all’interno della propria organizzazione aziendale un Piano di Welfare ben strutturato consentirà quindi di ottenere:
- Allineamento tra la visione imprenditoriale, l’idea, la direzione desiderata dal management e dalla leadership team, il contesto esterno e il resto dell’organizzazione.
- Coinvolgere e motivare le persone affinché facciano propri gli obiettivi dei livelli decisionali, non limitandosi semplicemente a comunicare dove si vuole andare, indicando una direzione e i motivi della scelta ma senza vero coinvolgimento, responsabilizzazione.
- Integrare gli obiettivi del leadership team con ciò che l’organizzazione è in grado di fare e creare coerenza tra obiettivi e risorse disponibili programmando correttamente l’acquisizione di ciò che manca.
- Creare team di lavoro efficienti ed efficaci.
Decisa la strategia, e creata la piattaforma su cui lavorare, per affrontare il cambiamento occorre:
- Ottenere engagement ma soprattutto e prima di tutto «commitment» facendo sì che le persone si sentano protagoniste del cambiamento.
- Quindi diffondere la nuova cultura, la nuova organizzazione, il nuovo approccio e il nuovo metodo fornendo anche gli strumenti più adeguati per lavorare bene.
- Accompagnare l’impresa a diventare una «learning organization» in grado di imparare, evolversi e innovare continuamente, nella quale il concetto di cambiamento e partecipazione proattiva di tutti è parte della propria cultura.
Un corretto piano di welfare agirà sulla cultura aziendale toccando le corde dell’emotività, toccando la sensibilità e i sentimenti di chi è parte dell’impresa e di tutti coloro che ne vengono in contatto, gli stakeholder.
Il Welfare Aziendale anche come strumento di Marketing
Infine, da non sottovalutare saranno i benefici comunicativi conseguenti all’adozione di un filosofia di welfare aziendale.
Di tale approccio potrà, adeguata comunicazione, non per vantarsi ma per dare un chiaro messaggio di serenità e fiducia in chi vuole acquistare i suoi prodotti o in chi vuole vendergli le materie prime, in chi vuole investire in quell’impresa e in chi deve decidere se dargli credito, non di meno nei talenti che desiderano essere assunti da quell’impresa e nelle famiglie di chi ci lavora.
Poter comunicare all’esterno tale approccio aziendale genererà un circolo virtuoso con effetti positivi su ogni aspetto relazionale. Un’azienda che si relaziona in modo etico e sostenibile con i propri dipendenti, molto probabilmente lo farà anche con i propri clienti, con il territorio e con l’ambiente sociale, quasi fosse una proprietà transitiva.
Miglioreranno così di riflesso le relazioni sociali e istituzionali e quindi la reputazione aziendale, il brand, e il potere contrattuale della stessa.
La reputazione di questa impresa può divenire, pertanto, oggetto di un ampio rapporto da inserire nel bilancio sociale dell’impresa, ne Piano di Marketing e in tutti i piani di comunicazione compreso il Bilancio Ambientale e il Codice Etico. Una buona reputazione attirerà talenti, non lascerà fuggire quelli esistenti, avrà migliori condizioni dai fornitori e dalle banche, quando la guerra sul prezzo la fa da padrone, con tutta probabilità a parità di prezzo verrà scelta per prima. Si tratta davvero di un aspetto strategico fondamentale per il successo dell’impresa.
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