Recovery Fund: cos’è e come funziona
Il Recovery Fund, noto anche con la denominazione “Next Generation EU”, serve per finanziare l’economia dell’Unione Europea nel triennio 2021-2023 con titoli di stato europei (Recovery bond) che serviranno a sostenere progetti di riforma strutturali previsti dai Piani Nazionali di riforme di ogni Stato membro: i Recovery Plan. In Italia, tale piano di finanziamento è stato approvato dal Cdm di martedì 12 gennaio dell’anno corrente e prevede l’investimento di circa 222,9 miliardi di Euro in diversi settori ritenuti strategici ed innovativi, come, ad esempio, la digitalizzazione e la “green economy”.
Ripartizione degli investimenti del Recovery Plan italiano (PNRR)
L’impianto del Recovery Plan italiano, noto anche come PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), si articola in sei macro-missioni, vale a dire sei grandi aree di investimento:
- Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura (46,18 miliardi di euro);
- Rivoluzione verde e Transizione ecologica (68,90 miliardi di euro);
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,98 miliardi di euro);
- Istruzione e Ricerca (28,49 miliardi);
- Inclusione e Coesione (27,62 miliardi);
- Salute (19,72 miliardi).
Queste missioni, a loro volta, raggruppano 16 componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, e sono:
- la Digitalizzazione, l’innovazione e la sicurezza nella Pubblica Amministrazione;
- la Digitalizzazione, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo;
- il Turismo e la Cultura 4.0;
- l’Impresa Verde e l’Economia Circolare;
- la Transizione energetica e la mobilità locale sostenibile;
- l’Efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici;
- la Tutela e la valorizzazione del territorio e della risorsa idrica;
- l’Alta Velocità ferroviaria e la manutenzione stradale 4.0;
- l’Intermodalità e la logistica integrata;
- il Potenziamento delle competenze ed il diritto allo studio;
- dalla ricerca all’impresa,
- le Politiche per il Lavoro;
- le Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore;
- gli Interventi speciali di coesione territoriale;
- l’Assistenza di prossimità e la telemedicina,
- l’Innovazione, la ricerca e la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria.
La tabella seguente mostra la ripartizione più dettagliata di questi investimenti.
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